Due giorni fa, il 4 giugno 2025, il Senato – dopo che le opposizioni in protesta si sono sedute a terra al centro dell’emiciclo – ha votato la fiducia posta dal Governo sulla legge di conversione del D.L. 11 aprile 2025, n. 48, noto come decreto sicurezza.
Nonostante i cortei, le dichiarazioni di allarme provenienti da numerose organizzazioni internazionali, le reazioni indignate di giuristi, magistrati e avvocati, si è chiuso l’iter avviato due anni fa e le disposizioni liberticide del decreto sono diventate legge dello Stato.
Alla luce di questa svolta e accelerazione autoritaria, diventa ancora più importante manifestare il nostro dissenso anche attraverso la partecipazione al voto sui cinque quesiti referendari.
I primi quattro quesiti riguardano i diritti dei lavoratori.
Quesito n. 1: votando sì, si ripristina il reintegro per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con più di quindici dipendenti.
Quesito n. 2: votando sì, si elimina il tetto delle sei mensilità come indennità per il licenziamento illegittimo nelle aziende con meno di quindici dipendenti.
Quesito n. 3: votando sì, si introduce l’obbligo di causali per i contratti a termine.
Quesito n. 4: votando sì, si prevede che in caso di infortuni sul lavoro sia responsabile la ditta principale.
Il quesito n. 5 riguarda la cittadinanza e prevede una modifica ad uno dei requisiti richiesti per poter presentare domanda di cittadinanza: votando sì, saranno sufficienti cinque anni di residenza continuativa anziché dieci.
Quest’ultimo quesito è il frutto di un impegno diretto della nostra associazione fin dal deposito del quesito e dalla raccolta firme.
Per tutte queste ragioni, è fondamentale andare a votare domenica 8 giugno dalle ore 07:00 alle ore 23:00 e lunedì 9 giugno dalle ore 07:00 alle ore 15:00.
Sarà particolarmente importante utilizzare questi ultimi giorni affinché ciascuno di noi possa convincere quante più persone possibile dell’importanza della partecipazione al voto e delle ragioni dei cinque sì.
Condividete questo appello con i vostri familiari, amici e conoscenti. Non lasciate nulla di intentato, in gioco è il futuro della nostra società.
Giulia Melani
Presidente de la Società della Ragione