È uscito il numero monografico della rivista “Il vaso di pandora” dedicato al femminicidio: “Femminicidio, storie e riflessioni” a cura di Monica Carnovale e Norberto Miletto (Vaso di Pandora vol. XXXII – n. 1 – 2025).
Il numero, presentato a Genova lo scorso 24 maggio, è dedicato alla memoria di Grazia Zuffa e contiene uno dei suoi ultimi illuminanti scritti.
Nel suo articolo, Uomini che uccidono le donne: né mostri né matti, Grazia parte da una riflessione sul film irlandese Creature di Dio delle registe Anna Rose Holmer e Saela Davis (2023) per guidarci nelle contraddizioni aperte da un crescente impegno di una parte del movimento femminista nel terreno penale, come terreno di advocacy.
Grazia riflette sui rischi di una «saldatura» tra l’impegno di questa parte di movimento femminista e un sempre più diffuso populismo penale e sullo slittamento dalla ricerca e costruzione di una soggettività femminile piena, matura e attiva, al ripiegamento su una soggettività dimidiata, indebolita e costretta nel ruolo passivo di vittima. Ancora, Grazia sottolinea come il femminicida – che nella logica del penale diventa il mostro – a rigor di logica femminista, sia in realtà colui che “incarna la ‘normalità’ del Male dell’oppressione femminile” da combattere politicamente.
Il numero è uno strumento caleidoscopio, sfaccettato, ricco di riflessioni e di diversi punti vista: Patrizia Meringolo ci guida in un’analisi sulle narrative del femminicidio e della violenza di genere (Quella di Marinella è una storia vera…), Emilia Rossi propone una serrata critica alla proposta di introduzione del femminicidio come fattispecie autonoma (Il reato di femminicidio: un’ingiustizia nel nome delle donne), Marco Vaggi restituisce la complessità del fenomeno femminicidio da una prospettiva clinica (Riflessioni sul femminicidio), Pietro Pellegrini presenta una dettagliata analisi statistica (Femminicidi: dati e prospettive), Giulia Melani propone alcune riflessioni su violenza di genere e processo penale (Figli sani del patriarcato). A completare il numero, oltre alla prefazione di Norberto Miletto, l’introduzione di Monica Carnovale e le riflessioni finali di Paolo Rossi, un ricordo di Grazia Zuffa, scritto da Franco Corleone (L’eredità di Grazia Zuffa).
Pochi giorni fa, la Senatrice Giulia Bongiorno – cavalcando l’onda emotiva collettiva per il femminicidio della quattordicenne Martina Carbonaro, uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato maggiorenne Alessio Tucci – ha proposto di abbassare l’imputabilità a 12 anni e di limitare l’uso dei cellulari per ragazze e ragazzi. Un’ennesima proposta demagogica e populista, che sposta il focus dalla cultura patriarcale, demonizzando le nuove tecnologie e suggerendo di demolire – con la scusa del femminicidio – il limite di imputabilità per i minorenni.
Questo numero della rivista rappresenta un antidoto rispetto a questa ed altre proposte, uno strumento che offre la possibilità di scavare più a fondo per non cadere in trappole semplicistiche e demagogiche.