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I MURI DELLA PENA Dagli ospedali psichiatrici giudiziari al carcere duro ai centri di Identificazione e di Espulsione Roma, giovedì 17 ottobre 2013, ore 18.30 la Feltrinelli libri e musica, Galleria Colonna
Intervengono Giuliano Amato Luigi Manconi In occasione della presentazione del libro a cura di Franco Corleone e Andrea Pugiotto Volti e maschere della pena e del volume di Caterina Mazza La prigione degli stranieri
Saranno presenti gli autori
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| Franco Corleone, Andrea Pugiotto (a cura di) VOLTI E MASCHERE DELLA PENA Opg e carcere duro, muri della pena e giustizia ripartiva Il sovraffollamento carcerario è strutturale e sistemico. Il rischio è che questa prepotente urgenza releghi in un cono d’ombra altri momenti critici della pena e della sua esecuzione. Come un riflettore, il volume illumina a giorno alcune di queste zone buie: la pena nascosta negli ospedali psichiatrici giudiziari, con l’internamento del “reo folle”; la “tortura democratica” che si realizza con la pena estrema del carcere duro ex art. 41-bis; la pena insensata se la sua esecuzione è solo inumana retribuzione e non l’occasione per una giustizia riparativa; la pena “murata” dentro istituti penitenziari progettati non per integrare ma per escludere dal tessuto urbano e sociale. Per la Costituzione la pena è solo perdita di libertà personale, non anche di dignità e di speranza. La politica penitenziaria in Italia è stata capace solo di pensare all’edificazione di nuove carceri o all’ampliamento di quelle esistenti. E il Parlamento tace, nonostante la Corte di Strasburgo ci abbia perentoriamente chiamato a dare una risoluzione rapida ed effettiva al problema. |
Pagine 192- Prezzo 14,00
| | Caterina MazzaLA PRIGIONE DEGLI STRANIERI I Centri di Identificazione e di Espulsione Con la prefazione di Giuliano Amato Quindici anni fa, l’Europa in toto, alle prese con flussi crescenti di immigrazione, decise che non si poteva fare a meno dei Cie. Eppure è difficile rintracciare un fondamento costituzionale di questi istituti. Come funzionano? Quali sono le condizioni di vivibilità interna? E soprattutto, quale utilità ricoprono nel rendere effettiva la politica che ha portato alla loro istituzione? Nei centri i migranti, pur non avendo commesso alcun reato, si trovano in una condizione di privazione della libertà personale. Tuttavia, è probabile che nessuno vorrà eliminarli o riformarli fintanto che in Europa continueranno a prevalere i sentimenti autodifensivi delle comunità nazionali. L’autrice cerca di chiarire dunque se i CIE servano davvero a disincentivare gli stranieri irregolari dal permanere sul territorio nazionale; se, in termini di costi economici e umani, convengano allo Stato; e, infine, se sia possibile formulare possibili alternative. |