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Da La provincia pavese del 25 febbraio 2017
PAVIA – Più o meno consapevolmente, tutti o quasi, almeno una volta nella vita, hanno mangiato usando posate disegnate da Roberto Sambonet, o si sono imbattuti, magari anche solo guardandoli in una vetrina, in un oggetto o gioiello realizzato da una sua idea. La mostra pavese “I volti dell’alienazione” in Santa Maria Gualtieri propone invece tutt’altra esperienza vissuta in Brasile dal celebre designer, architetto e pittore italiano. Il percorso espositivo, attraverso 40 disegni e 70 studi realizzati da Roberto Sambonet tra il 1951 e il 1952 all’interno del manicomio di Juqueri, non lontano da San Paolo, in Brasile, racconta il complesso fenomeno del disagio mentale.Questo viaggio nell’orrore smosse le coscienze e preparò il terreno per il lavoro di Franco Basaglia, che pure visitò quel manicomio, mirato a far sì che non esistessero più i cosiddetti “ergastoli bianchi”. Sambonet condusse nei reparti di quell’ospedale una sua personale ricognizione ritraendo gli internati in una serie di opere di grande intensità, a china e a matita, tutte capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti. Si tratta di una sorta di viaggio umano e intenso, nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che nel 1977 è stato raccolto nel volume Della Pazzia (M’Arte Edizioni, Milano 1977) in cui sono raccolti testi di autori che hanno affrontato il tema della pazzia, da Ginsberg a Campana, da Shakespeare a Holderlin, tra gli altri. «Questa mostra ci aiuta a riflettere e a sensibilizzarci nei confronti di un tema particolarmente delicato come quello del disagio mentale – spiega l’assessore alla Cultura del Comune di Pavia Giacomo Galazzo -. Crediamo che questo evento ci offra davvero l’opportunità di interrogare la cittadinanza su un tema delicato. Vogliamo sottolineare il valore della diversità, della cura per i diritti di tutti. L’arte di Sambonet sarà un veicolo straordinario della nostra riflessione» .Roberto Sambonet, nato a Vercelli nel 1924, e scomparso a Milano nel 1995, ha insegnato al Museu de Arte de Sao Paulo, dal 1943 al 1953. Rientrato in Italia, decide di dedicarsi soprattutto al design e alla pittura. Dall’amicizia e collaborazione con l’architetto finlandese Alvar Aalto nasce lo stimolo per lui a progettare oggetti in acciaio, tra cui la “Pesciera” che, nel 1970, gli permetterà di vincere uno dei suoi quattro Compassi d’oro. Negli anni Sessanta è stato consulente per la Rinascente. Come desiner ha collaborato con alcune aziende leader, quali Baccarat, Tiffany e Richard Ginori. Nel 1974, insieme con Bruno Munari, Bob Noorda e Pino Tovaglia, progetta il marchio della Regione Lombardia. Non abbandonò mai l’attività di pittore realizzando una famosa serie di ritratti di amici e personalità della cultura. Paola Cortese